“Essere smart è trendy, ma ‘innovazione’, ‘digitalizzazione’ e ‘sostenibilità’ devono diventare fattori concreti, a beneficio di persone e ambiente”
La conosci Huna? È la startup che propone un nuovo modo di concepire la pubblica illuminazione e la smart city.
Scopriamo di più insieme a Santo Lico e Alberto Ferrari, rispettivamente CEO & Founder e Business Developer della startup.
Quale soluzione propone Huna e a quali ambiti può essere applicata?
“La soluzione proposta da Huna è una piattaforma TRL9, Light Touch, che supporta ESCO ed utilities ad innalzare il livello di efficienza energetica e gestionale di infrastrutture urbane quali pubblica illuminazione ed edifici attraverso una gestione ed un monitoraggio digitale”, inizia a raccontare Santo.
Quella di Huna è una soluzione modulare, che integra tutte le funzionalità per la gestione di illuminazione ed edifici: il controllo, il monitoraggio, gestione delle segnalazioni e manutenzioni, la visualizzazione e la fruizione di diverse tipologie di dati.
A Light Touch si affiancano tre dispositivi IoT: due per l’illuminazione ed una per il segmento building automation.
“In un’ottica di lungo periodo, stiamo lavorando per rendere Light Touch un digital twin: uno strumento capace di integrare ulteriori dati e servizi smart city, ad esempio, su qualità dell’aria outdoor (CitySense, progettato da Huna, per cui è in corso una richiesta di brevetto), mobilità, traffico, rifiuti. L’accesso a tali dati consente ai decisori pubblici di mettere in atto politiche urbane ed ambientali più consapevoli ed efficaci, perché aumenta il livello di conoscenza dei diversi scenari urbani”, aggiunge Alberto.
Come nasce l’idea di Huna?
“Huna è nata durante i miei primi incarichi presso alcune ESCO, come gestore delle commesse sull’illuminazione pubblico”, racconta Santo – “E’ grazie a quell’esperienza che ho intuito l’importanza di uno strumento digitale nella gestione delle attività di tutti i giorni, ma anche per le operazioni straordinarie e complesse. Allora ho iniziato lo sviluppo di Light Touch, fino ad avere una versione da lanciare sul mercato. Poi la costituzione di Huna, a fine 2018, con mia moglie Chiara. Alberto è stato il primo ad entrare, ora siamo un team di 9 persone e continueremo ad ampliarlo con altre risorse”.
Quali sono i principali vantaggi della soluzione proposta da Huna?
La soluzione di Huna offre i vantaggi di una digitalizzazione completa di tutte le operazioni di gestione di illuminazione ed edifici, residenziali o commerciali, privati e pubblici. Il risparmio energetico conseguito arriva fino al 50%, con una riduzione, per la utility, dei costi operativi del 75% e la manutenzione on site del 70%.
“In questo modo, chi gestisce un servizio pubblico come l’illuminazione diventa più competitivo, ottenendo maggiori guadagni e creando un impatto ambientale ed economico sostenibile. Ma anche il residente dell’abitazione ottiene dei vantaggi significativi: un risparmio energetico fino al 35% ed un livello molto maggiore di comfort dell’ambiente domestico”, ci spiega Alberto.
Non solo Italia, ma anche Spagna: sulla base della vostra esperienza, come cambia il concetto di smart city tra i due Paesi europei?
“Il mercato spagnolo in questo 2022 è stato molto importante per la startup. Una parte rilevante del fatturato viene proprio da lì”, spiega Santo.
“Il concetto di smart city sia in Italia sia in Spagna è abbastanza omogeneo. Anche se, devo dire, probabilmente gli spagnoli sono un passo avanti: stanno comprendendo l’importanza di una visione di smart city olistica e non per compartimenti stagni. E ciò si riflette anche, ad esempio, nei modelli di procurement adottati da parte delle amministrazioni pubbliche, che quindi diventa uno strumento e non un ostacolo per progetti urbani smart” continua Santo – “Faccio un esempio: se una città istituisce un bando per efficientare ed innovare il proprio sistema di illuminazione, un passaggio chiave sarà quello di strutturare il modello di approvvigionamento in modo tale che consideri non solo l’illuminazione in sé, ma anche altri ambiti urbani, come il traffico e la mobilità, e la qualità dell’aria. Di conseguenza, il processo di innovazione e di sostenibilità incontrerà sempre meno ostacoli”.
“Ci tengo anche a sottolineare che un concetto del genere è veicolato dalle persone in primis”, aggiunge Alberto – “Gli uffici sono pur sempre costituiti da esseri umani. Essere smart è trendy, ma penso si debba colmare ancora un gap culturale, in cui ‘innovazione’, ‘digitale’ e ‘sostenibilità’ non sono solo belle parole, ma acquistano un valore benefico verso le persone e l’ambiente. Purtroppo, manca forse ancora il passo decisivo da parte degli attori, soprattutto privati, verso una piena consapevolezza”.
Quali nuove esperienze vi attendono nei prossimi mesi? Quali sono i vostri obiettivi per il futuro?
“Oltre ad innovare su base costante Light Touch e gli altri servizi smart city, per apportare funzionalità sempre nuove ed ampliare la varietà di dati e le tipologie di analisi gestibili dalla piattaforma, nei tempi a venire ci attende la sfida del rafforzamento commerciale e dell’estensione del raggio geografico della nostra presenza”, ci spiega Santo.
Huna, racconta il CEO, mira ad aumentare la quota di mercato nazionale ed entrare nei mercati esteri europei e generalmente a rafforzare il posizionamento.
“Ci attende anche un percorso di incubazione a Parigi, da marzo a fine aprile del 2023, per cui siamo stati selezionati nell’ambito del programma Global Startup e che rappresenta proprio il primo step in questa direzione”, aggiunge Alberto – “La Francia sta attraversando un relamping a LED e, più in generale, una modernizzazione dell’infrastruttura di illuminazione. Inoltre, guarderemo anche al mercato belga, che potrebbe essere particolarmente strategico per noi. Il Belgio ha una rete di illuminazione molto densa con 2.2 milioni di lampade e da tempo ha un problema di efficienza energetica e di inquinamento luminoso”.
Smart city, sostenibilità, risparmio energetico: Huna tocca temi particolarmente rilevanti, in questo periodo più che mai. In che direzione si sta andando? Che ruolo potrebbero avere le startup nello sviluppo di città sempre più smart e sostenibili?
“Sappiamo che le vicende attuali attribuiscono alla sfida dell’efficienza energetica un ruolo centrale. In questo senso, probabilmente assisteremo ad una propulsione della domanda, vedremo”, ci spiega Santo, che si è occupato del tema anche durante il suo intervento al Digital with Purpose Global Summit a Lisbona, lo scorso 27 settembre.
La soluzione proposta da Huna è un win – win perchè, tra l’altro, vuole evitare l’adozione di misure di contenimento dell’illuminazione, che i governi locali sono comprensibilmente portati a prendere. Il risultato? Il risparmio sarebbe addirittura maggiore e il servizio pubblico non verrebbe minimamente intaccato.
“Per quanto riguarda le startup e le PMI, pensiamo che il nostro ruolo sia estremamente importante. Proprio per questo, prevediamo di lavorare al fianco di associazioni che hanno rapporti istituzionali con diversi organismi europei, con l’obiettivo di contribuire ad accrescere la forza di questi attori, che, per dimensione ridotta, sono costrette a colmare un gap rispetto alle grandi aziende. I temi cruciali? Il public procurement e la creazione di standard condivisi”, conclude Alberto.