Milano è una città sempre in corsa e, per eliminare lo stress e prendersi cura di sé, i milanesi non disdegnano una pausa benessere. Solo nel 2012 la spesa per la cura personale e i servizi estetici in città è stata di mezzo miliardo di euro secondo i dati diffusi dalla Camera di Commercio di Milano .
La domanda nel settore quindi c’è e contribuiscono a soddisfarla oltre 7000 imprese – tra acconciatori, istituti di bellezza, saloni, palestre e altro ancora – che costituiscono il 5,2% del totale nazionale.
Perché non trasformare allora il benessere in un mestiere, ad esempio aprendo un centro massaggi?
Se a qualcuno piace l’idea, è bene sapere che la passione e il fiuto imprenditoriale non bastano, ma occorrono studio e competenze specifiche perché chi svolge attività di massaggio è un operatore del benessere a tutti gli effetti assoggettato, in linea generale, ai requisiti e alle autorizzazioni previste per l’attività di estetista o per altro genere di attività.
Massaggi: l’ABC per l’imprenditore
Partiamo allora dalla definizione, contenuta nella legge 1/1990, punto di riferimento per chi opera nel settore. L’attività di estetista comprende le prestazioni e i trattamenti eseguiti sulla superficie del corpo umano, il cui scopo esclusivo o prevalente sia quello di mantenerne o proteggerne l’aspetto estetico e di migliorarlo attraverso l’eliminazione o l’attenuazione di inestetismi.
Massaggi antistress, rilassanti, massaggio aromatico rientrano quindi in questa definizione che include, in generale, tutti i trattamenti privi di carattere terapeutico.
Chi intende offrirli dovrà innanzitutto possedere la qualifica professionale di estetista. Come fare? Ci sono diversi modi: frequentando dei corsi, svolgendo un periodo di esperienza lavorativa o integrando le due cose. Qualunque sia il percorso prescelto, per conseguire il requisito bisogna mettere in conto un periodo di formazione non inferiore ai due anni e ricordarsi di documentare nella maniera opportuna l’esperienza effettuata e/o la frequenza dei corsi.
Una volta in possesso di questo requisito, bisogna valutare come esercitare l’attività tra le possibili alternative. Tenendo conto che di norma l’attività di massaggio è considerata “artigiana”, la scelta tra la forma individuale e quella societaria va valutata in funzione del tipo di investimento da effettuare, del livello di rischio, della presenza o meno di altri soci. Presso il Punto Nuova Impresa di Formaper Milano è possibile ricevere orientamento in forma gratuita partecipando agli incontri di gruppo con gli esperti.
L’attività di massaggio può quindi essere svolta in una ditta di piccole dimensioni o in un’impresa più strutturata e, in base ai servizi offerti, si parla di “Centro estetico” , caratterizzato dall’offerta di servizi più tradizionali, o di “Centro benessere” contraddistinto di solito dall’offerta di servizi ulteriori legati al benessere (acconciatura, etc.) e dalla presenza di strumentazione di un certo valore.
Per i massaggi si possono infatti utilizzare, oltre che tecniche manuali, anche le apparecchiature elettromeccaniche per uso estetico di cui è disponibile un elenco in allegato alla Legge 1/1990.
Per tutte le informazioni e le autorizzazioni sui locali e i requisiti igienico sanitari che devono possedere, è opportuno informarsi prima presso il Comune competente
In caso di investimento contenuto, una formula interessante da valutare è quella dell’affitto di poltrona che consente di esercitare autonomamente l’attività utilizzando uno spazio presso una struttura del settore. In ogni caso, non è ammesso l’esercizio dell’attività in forma ambulante.
Una volta completata la formazione e i passaggi formali, si parte: ormai occorre un unico passo formale, l’invio della dichiarazione che consente all’impresa di iniziare l’attività, cioè la Segnalazione Certificata di Inizio attività da inoltrare al Comune competente per territorio attraverso lo Sportello Unico per le Attività Produttive (SUAP) telematico.
Fish Therapy e altri massaggi, le regole
Mode e contaminazioni fanno sì che nel settore del massaggio convergano differenti discipline, tanto da rendere opportuno alcuni distinguo e tenere conto che le indicazioni precedenti sono di carattere generale perché i requisiti così come le autorizzazioni possono variare in base a diversi fattori, ad esempio il tipo di servizio offerto, massaggio terapeutico o no, o i macchinari utilizzati
Merita sicuramente un accenno il massaggio terapeutico, tipologia molto diffusa, da tenere ben distinta dal massaggio estetico. Si tratta di un’attività professionale e non imprenditoriale e per esercitarlo bisogna seguire le regole previste per l’apertura e la gestione di uno studio medico.
Un discorso a parte riguarda le discipline bionaturali. Shatsu, kinesiologia, massaggio olistico, l’elenco è lungo e sono numerose le storie d’impresa di successo nate a Milano in questo settore. La diffusione di queste forme di ricerca del benessere importate da lontano ha fatto sì che per l’esercizio dell’attività fosse prevista una disciplina apposita. In particolare, gli operatori in discipline bionaturali dovranno essere in possesso di un attestato qualificante che in linea di massima si consegue frequentando un corso ad hoc di 24 ore. I requisiti possono comunque differire e per questo è buona regola informarsi presso il Comune competente per territorio.
Resta inteso che se l’operatore in discipline bionaturali vuole offrire servizi come la pedicure collegati al settore dell’estetica, dovrà in ogni caso essere in possesso del requisito professionale per svolgere quest’attività.
E chiudiamo con un tocco d’oriente parlando della fish therapy, che prevede l’uso di pesci come strumento di pulizia della cute. Ancora poco diffusa in Italia, questa pratica è già disciplinata da alcune norme . Chi vorrà esercitarla, ad esempio in regione Lombardia, dovrà ottenere un’autorizzazione presso i servizi veterinari del Comune e possedere in ogni caso i requisiti professionali previsti dalla legge 1/1990.