All’interno del servizio di Assistenza Specialistica in ambito Ambiente, messo a disposizione gratuitamente alle imprese di Milano Monza Brianza Lodi dalla Camera di commercio, l’avvocato Eva Maschietto dello studio EMLEX, specializzata in diritto d’impresa e ambientale, parlerà all’incontro organizzato dalla Camera di commercio di “Environmental Risk Management: la gestione dei rischi ambientali delle PMI”.
Cosa si intende quanto si parla di Environmental Risk Management?
Eva Maschietto
ERM – Environmental Risk Management, o meglio ESRM, Environmental and Social Risk Management, è una locuzione introdotta alla fine del secolo scorso dapprima nella teoria aziendalistica statunitense e via via diffusasi in tutto il mondo.
Definisce, in sintesi, quello sforzo consapevole e coordinato che ciascuna impresa impiega nel valutare e gestire gli effetti reali o potenziali della propria attività sull’ambiente e sulle persone.
Perché le piccole e medie imprese italiane dovrebbero interessarsi di ERS?
Eva Maschietto
Già nel 1993, il manager Popoff (il Presidente di Dow Chemical) aveva lanciato l’idea che il vantaggio competitivo di un’impresa non poteva essere fondato sull’idea di risparmiare sulla compliance soprattutto ambientale, ma doveva invece basarsi sulla sua capacità di operare in piena conformità alla norma ambientale e, anzi, di farlo nel modo più efficiente ed efficace, contribuendo al bene comune.
E’ rimasta leggendaria la sua frase: “No matter how competitive you are and how globally you trade, if you are environmentally irresponsible someone can, and will—and should—padlock your door” [non importa quanto tu sia competitivo e quanto sia globale il tuo mercato, se sei irresponsabile dal punto di vista ambientale, qualcuno può chiuderti la porta, e lo farà].
Le imprese che siano in grado di utilizzare le risorse in modo più efficiente e in modo più compatibile con l’ambiente risparmieranno sui costi e saranno più competitive: questo è quanto aveva predetto oramai 30 anni fa.
Questo si è dimostrato vero non solo per le grandissime imprese, ma anche per le piccole e medie imprese. Si tratta di un approccio che, in un periodo di crisi come quello attuale, può fare la differenza tra chi sopravvive e chi soccombe.
In che modo quindi le piccole e medie imprese possono avvicinarsi a queste tematiche?
Eva Maschietto
Le imprese italiane hanno a disposizione strumenti di risk assessment e risk management che possono utilizzare per misurare le performance della propria realtà e assumere le scelte più corrette per porsi in un’ottica di innovazione e competizione e ridurre anche il rischio legale.
Qual è il rischio, invece, di non interessarsi di questa materia?
Eva Maschietto
Il rischio è innanzitutto quello legale: in Italia gran parte delle violazioni ambientali sono sanzionate, sia con sanzioni amministrative sia con sanzioni penali e anche la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche è collegata alla commissione di reati ambientali a vantaggio o nell’interesse dell’impresa.
Principalmente, comunque, il rischio è sostanziale e di business: molti clienti e fornitori sono vincolati da politiche sostanzialmente green e pretendono di agire con controparti strutturate, gli stessi dipendenti e collaboratori pretendono di vivere in realtà il cui impatto anche ambientale sia noto e gestito: trascurare la gestione del rischio ambientale può comportare uno svantaggio competitivo rispetto ai propri concorrenti in tutti gli ambiti.