L ‘arbitrato è uno strumento importante per le imprese ? Per Carluccio Sangalli , Presidente della Camera di commercio di Milano : “ L’arbitrato è un fattore di competitività e modernizzazione. Si pensi che nella sola Milano il valore degli arbitrati supera i 300 milioni di euro. Le domande di arbitrato depositate presso la Camera arbitrale di Milano nel 2013, sono state oltre 140 per un valore medio di circa 2,3 milioni di euro. Ma per non essere considerati una seconda scelta rispetto al sistema giudiziario” ribadisce Carluccio Sangalli , deve fare un ulteriore salto di qualità“.
Quindi cosa si dovrebbe fare ?
“L’arbitrato non è uno strumento di massa, ma è estremamente efficace per determinate controversie che richiedono una grande specializzazione.
Per gestire bene gli arbitrati servono quindi competenze tecniche specifiche e risorse importanti.
Queste necessità non vanno d’accordo con l’attuale tendenza alla proliferazione di centri arbitrali. Non è detto infatti che ogni territorio debba avere il suo centro arbitrale: è invece molto meglio averne pochi, ma ben funzionanti. Come le Camere di commercio sanno, bisogna cominciare a ragionare per funzioni e non per confini amministrativi. Perché così alla fine ragiona anche il mercato. Ecco perché noi siamo a favore del consolidamento di pochi centri di eccellenza e specializzazione come la nostra Camera Arbitrale attiva dal 1986”.
E per quanto riguarda la mediazione?
“Parto dalle parole del Presidente Canzio quando ha detto (all’apertura di quest’anno giudiziario) che << l’Italia non può fare a meno della mediazione e questa non può essere vista con sfavore pregiudiziale>>. La mediazione è un’importante occasione per il nostro Paese per ridurre il contenzioso e tutelare gli interessi del mercato. Questo istituto sconta molti pregiudizi che nascono dal fatto che si usa poco. Ecco perchè vediamo con favore la reintroduzione dell’obbligatorietà di questo strumento. Esistono alcune perplessità sulla mediazione, certamente legittime, ma queste perplessità, io credo, si sciolgono se si rispettano certi parametri di professionalità, efficienza, serietà, e soprattutto – conclude Carluccio Sangalli- se si punta sulla qualità e la formazione dei mediatori“.