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Asilo: un’impresa tra business e passione

Asilo nido, micronido, centro per l’infanzia: cosa sono e come fare ad aprire queste attività

Nido, micronido, centro infanzia: tanti modi per dire asilo

In tempi di iscrizioni scolastiche a Milano, più d’uno si chiederà se aprire un asilo può essere un buon business e cosa bisogna fare per avviarlo nel rispetto dei numerosi requisiti e procedure a cui l‘attività è assoggettata.
Prima di tutto diciamo che chi ha pensato di entrare in questo mercato è in buona compagnia, almeno in Lombardia: qui i soli servizi di asili nido sono 893 e pesano per oltre il 25% sul totale italiano dove si contano 3528 attività. Un’incidenza che riflette il peso della Lombardia a livello nazionale in tutti i baby settori: infatti, è lombarda 1 impresa su 6 legata alla produzione di beni e servizi per la prima infanzia, dalla fabbricazione di passeggini alle scuole d’infanzia agli asili nido.

E torniamo appunto a questi ultimi cercando di capire – prima di come fare ad aprirlo – che cos’è un asilo e se ne esistono differenti tipologie.
Innanzitutto, il termine “asilo” racchiude una serie di servizi  socio-assistenziali rivolti a bambini da 0 a 3 anni ed esattamente: Nido, micronido e Centro prima infanzia. A questi si aggiungono anche il nido-famiglia o nido domiciliare che però non possono costituire un’attività d’impresa essendo obbligatoriamente no-profit.
Gli asili sono disciplinati dalla normativa regionale che definisce caratteristiche e requisiti di ogni tipologia: il numero di posti è senz’altro il  primo elemento distintivo. Così, nel caso di ricettività da 11 a 60 posti avremo un nido, fino a 10 posti un micronido, fino a 30 posti un centro prima infanzia, mentre i nidi famiglia prevedono massimo 5 posti.
A questa differenza se ne aggiungono altre, ma tuttavia è possibile osservare che nido e micronido condividono numerose affinità e le differenze sono dettate essenzialmente dalla necessità di rapportare i requisiti strutturali e di organizzazione al numero di bambini. Più significativi sono gli elementi di diversità con i Centri Prima Infanzia dove il servizio di assistenza educativa non è offerto in modo continuativo, bensì per un massimo di 4 ore e non sono previsti requisiti formativi specifici per il personale.

Di sicuro, l’asilo nido costituisce la forma più complessa tra le strutture di “asilo”, trattandosi anche di quella con più bimbi a cui fornire assistenza continuativa e per un maggior numero di ore. Tuttavia, questo non è un motivo sufficiente per ritirarsi dall’impresa che offre invece casi di successo  soprattutto se una grande passione per i più piccoli va ad aggiungersi a qualità della struttura e professionalità degli operatori.

Se invece si volesse optare per un’attività meno regolamentata, un aspirante imprenditore nei servizi all’infanzia può valutare a l’apertura di una ludoteca, di fatto un’attività libera che presenta punti di somiglianza con i Centri prima Infanzia, ma è riservata a bambini e ragazzi dai 4 anni.

I tre passi per aprire un asilo

Accenniamo ora ai passi che dovrà compiere chi vuole avviare un asilo in una delle sue diverse forme. Essenzialmente sono tre:

 1. Scegliere  la forma societaria: l’attività infatti potrà essere gestita da un’impresa individuale dove è presente un titolare ed eventuali preposti oppure da società, cooperative, consorzi e associazioni.

2. Raccogliere tutte le informazioni burocratico-amministrative necessarie per l’apertura: quali sono i requisiti strutturali, organizzativi, igienico sanitari oltre che personali e professionali e, naturalmente, come si  svolge la procedura. Un ruolo centrale, a questo proposito è svolto dal  omune a cui va inviata tramite SUAP telematico la Comunicazione Preventiva di Esercizio. Sarà poi suo compito  inoltrarla agli uffici competenti per le necessarie verifiche. E’ opportuno comunque recarsi preventivamente presso gli sportelli comunali competenti per avere tutte le informazioni del caso.

3. Predisporre  il business plan: questo documento è fondamentale per approfondire tutti gli aspetti connessi all’avvio dell’impresa, dall’analisi della concorrenza all’investimento economico previsto.

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