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Aprire uno street food: +15% imprese in un anno

come fare per aprire uno  street food o “la cucina con lo zaino in spalla”, tanto per rubare un citazione allo Chef Rubio?streed food

Innanzitutto facciamo un identikit di chi ha già aperto:   8mila, questo è il totale nazionale delle “imprese alimentari  mobili”  secondo i dati della Camera di commercio di Milano, un comparto  in crescita ad un tasso del  15% in un anno.  Sul podio dello  street  food  per numero di imprese aperte  salgono :  Roma con 491 imprese, Torino con  443,  Milano  con 361, inoltre  Roma e Milano crescono a tassi superiori alla media nazionale:  +25% la prima, + 20% la seconda. Il  90% dei titolari  è nato in Italia, ma ci sono province più “globali” di altre :  Roma e Agrigento con il 19% degli imprenditori nato al di fuori dei confini,   Pescara con il 17%, Milano e Bologna con il 16%.  Il settore  attualmente non è proprio giovanile: meno del 20%, con punte del 30% a Campobasso. Attenzione però, i giovani stanno crescendo al ritmo del 27%  in un anno.  Per quanto riguarda le quote rosa, un’attività su 4 a livello nazionale  è gestita da donne, ma a Trieste siamo al 50% mentre a Ferrara e Savona siamo  al 44%,.

Ma cosa bisogna fare per aprire uno  street  food?  Innanzitutto, trattandosi  di alimentari, c’è una parte normativa comune  alla vendita   o alla somministrazione  in negozio:  i requisiti professionali per il settore alimentare sono comunque richiesti  e ovviamente deve essere garantita lo stesso rigore per il rispetto della normativa in tema di salute. La materia è  regolata da diverse norme regionali e comunali, per cui a secondo del comune scelto per l’attività è bene verificre la normativa vigente su quel territorio.

Comunque , a prescindere  quindi dal luogo, per aprire uno street food  il venditore ha poi bisogno  di un’ autorizzazione comunale, che può essere di due tipi  in base alla forma di  vendita scelta.  

Il commercio su aree pubbliche infatti  si distingue in itinerante e fisso,  nel primo caso  la vendita avviene per strada nelle piazze e  ci si può fermare solo il tempo richiesto dalla vendita,  nel secondo l’impresa occupa uno spazio pubblico con un chiosco o con un negozio mobile.

Se si vuole partecipare a mercatini, fiere,  se siamo insomma nel secondo caso, il primo step  (una volta verificato il possesso dei requisiti professionali)  è quello di richiedere l’autorizzazione al comune per questo tipo di vendita  e poi, una volta ottenuta,  inviare allo Sportello Unico Attività Produttive ( SUAP) la pratica per l’iscrizione al Registro imprese, Inps, Iva.

Nell’ipotesi del commercio itinerante invece, si può iniziare l’attività  iscrivendosi al Registro delle imprese, Iva  Inps, trascorsi 90 giorni dalla data della consegna della domanda dell’autorizzazione  al SUAP, senza che il Comune abbia fatto opposizione.  In ognicaso, la licenza deve essere attivata entro 6 mesi dalla data di rilascio, pena decadenza.

Lo SUAP è uno sportello comunale ed è il punto di punto di accesso per le imprese alla pubblica amministrazione, ma alcuni comuni delegano questa funzione alla Camera di Commercio competente per territorio.

Questi gli step normativi, ma è bene che l’aspirante imprenditore prima di investire lavoro e denaro si faccia un suo progetto d’impresa  cercando di identificare mercati di riferimento, esigenze finanziarie, possibili criticità/punti di forza. In questo Formaper, attraverso il punto nuova impresa, può essere di grande aiuto per avere un confronto e informazioni sui propri progetti imprenditoriali.

E’ un servizio gratuito, basta prenotarsi telefonicamente.

Anche per aprire uno street  food è sempre meglio viaggiare informati

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