Perché la gestione delle emergenze ambientali è un tema importante?
Innanzitutto perché pressoché tutte le realtà imprenditoriali hanno a che fare sostanze, produzioni, gestioni o prodotti che in caso di incidente possono contaminare le matrici ambientali. Si tratta di un rischio spesso gestito e presidiato, ma che è per definizione ineliminabile.
Solo una ragione?
No, la seconda è che la disciplina italiana sulle bonifiche è complessa, articolata e frutto di un’evoluzione giurisprudenziale ultraventennale. Senza considerare le sanzioni, prevalentemente di carattere penale e 231, che l’ordinamento collega all’inerzia del responsabile o, più recentemente, anche all’aver provocato l’inquinamento.
Perché parlare di emergenze?
Nel nostro Paese la gran parte dei procedimenti di bonifica ha ad oggetto contaminazione storiche, spesso rilevate da un soggetto che nulla ha a che fare con l’inquinatore. L’altra parte dei procedimenti riguarda però eventi recenti, che per le loro caratteristiche richiedono un’attivazione immediata. Basti pensare ad un’ipotesi di sversamento di idrocarburi sul suolo: non si può attendere, bisogna intervenite subito per evitare che il prodotto arrivi in falda.
La disciplina italiana è coerente con questo carattere emergenziale?
Decisamente sì. Come vedremo nel webinar, ci sono adempimenti che devono essere adottati nelle 24 ore successive al verificarsi dell’evento. In caso di mancata o di tardiva adozione, sono previste sanzioni pecuniarie e penali. Bisogna quindi sapere come gestire il rischio ambientale per evitare il rischio sanzionatorio.