Messi da tempo in soffitta i vecchi sacchetti della spesa, le borse riutilizzabili e gli shopper compostabili stanno ormai entrando nella quotidianità. Attenzione, però, perché non tutti gli shopper di nuova generazione sono conformi alla legge e sono previste sanzioni molto severe per chi vende o dà in omaggio sacchi privi delle caratteristiche di compostabilità o composizione richieste.
Per aiutare le imprese a orientarsi meglio, Camera di Commercio di Milano insieme a Confcommercio e Assobioplastiche hanno appena lanciato una campagna informativa che raggiungerà 31mila negozi e ambulanti di Milano e provincia e spiegherà con una brochure e un videotutorial quali sono e come riconoscere i sacchetti in regola.
Perché, come ha giustamente detto Marco Versari di Assobioplastiche, non basta che sul sacchetto ci sia la scritta “ecologico” o amico dell’ambiente.
Sono solo due i tipi di shopper che si possono commercializzare:
Sacchi compostabili conformi allo standard internazionale UNI EN 13432
Come riconoscerli? Basta verificare che sullo shopper ci sia il logo di almeno uno di questi tre enti:
CIC – Consorzio italiano Compostatori, l’ente di certificazione belga VINCOTTE o l’ente tedesco DIN CERTCO
Sacchi riutilizzabili
Quelli conformi contengono un quantitativo di plastica riciclata e hanno uno spessore delle maniglie predeterminato in base all’uso per cui sono destinate.
Tanto per fare un esempio, negli shopper per uso alimentare con maniglia esterna lo spessore deve essere di 200 micron, di 100 in quelli con maniglia interna e, in entrambe i casi, il quantitativo di plastica riciclata contenuto deve essere almeno del 30%.
Rispettare la normativa conviene: non solo aiuta l’ambiente, ma permette di evitare sanzioni che vanno da 2.500 euro fino a 25mila euro e possono arrivare fino a 100mila.
Meglio non rischiare e, in caso di dubbi, contattare il servizio Ambiente della Camera di Commercio di Milano.